Il Decreto Crescita 2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 Giugno, è diventato a tutti gli effetti una nuova legge dello Stato italiano.
Se ora ti stai chiedendo cos’è il Decreto Crescita e soprattutto perché il suo contenuto è importante anche per le locazioni turistiche di breve periodo, la risposta è molto semplice.
Il Decreto Crescita è un testo legislativo in cui il Governo comunica gli interventi in materia economica e fiscale che intende attuare per rilanciare l’economia del nostro paese.
Tra le tante novità, una in particolare, riguarda il settore degli affitti turistici brevi ed è rivolta ai proprietari degli immobili e anche ai professionisti che gestiscono case e appartamenti per conto terzi.
Quindi, se anche tu operi in questo settore, ti consiglio di leggere l’articolo con molta attenzione.
Perché nelle prossime righe scoprirai tutti i cambiamenti previsti per gli affitti brevi e il modo in cui le nuove disposizioni influiscono sulla tua attività di Agenzia.
Il codice unico per le strutture ricettive
Devi sapere che il Decreto Crescita prevede l’assegnazione di una specie di “bollino” di identità, di cui saranno dotate tutte le strutture ricettive, compresi gli immobili privati destinati ad uso turistico anche per brevi periodi.
In pratica, sarà assegnato ad ogni singola proprietà uno specifico codice alfanumerico che verrà conservato in una banca dati presso il Ministero delle politiche agricole e del turismo.
La finalità del provvedimento è quella di migliorare la qualità dell’offerta turistica, garantire maggior tutela agli ospiti delle strutture e contrastare al tempo stesso forme di ospitalità irregolari.
Ma è davvero questo lo scopo del codice unico?
In realtà, leggendo il testo, è facile capire che il censimento delle strutture turistiche è solo la “foglia di fico” sotto cui si nasconde il vero obiettivo della legge:
Controllare il pagamento delle tasse previste per i canoni di locazione, e quindi:
- Cedolare secca spettante allo Stato
- Tassa di soggiorno turistica spettante ai Comuni
Per questo motivo l’Agenzia delle Entrate potrà accedere liberamente alla banca dati del Ministero e verificare la corretta registrazione di tutte le case vacanza.
Tale controllo sarà possibile proprio grazie al codice unico che verrà rilasciato dalla stessa Agenzia delle Entrate.
Da oggi, infatti, se vuoi promuovere una struttura turistica su siti e portali online hai l’obbligo di evidenziare il codice unico nell’annuncio pubblicitario.
Se ometti di pubblicarlo, puoi andare incontro a multe davvero salate che partono da un minimo di € 500,00 fino ad arrivare a ben € 5.000,00 con in più la possibilità di raddoppiare l’importo se la mancata esposizione del “bollino” viene reiterata.
Ma non finisce qui!
Infatti anche i Comuni saranno protagonisti in questa attività di controllo fiscale.
Almeno per quanto riguarda l’imposta di loro diretta competenza, cioè la tassa di soggiorno.
La Tassa comunale di soggiorno
La tassa di soggiorno, detta anche tassa turistica, è un’imposta che l’ospite deve pagare all’amministrazione comunale per ogni notte che trascorre in città.
Fino a pochi anni fa questo costo aggiuntivo era previsto solo per determinati tipi di strutture come alberghi, hotel e Bed & Breakfast.
Ma il D.L. 50/2017 ha imposto il pagamento anche a chi pernotta nelle case o negli appartamenti ad uso turistico, anche solo per qualche giorno.
In Italia non tutte le località hanno deciso di applicarla.
Ma per i Comuni che l’hanno introdotta (attualmente nel nostro paese sono 997) questa tassa rappresenta un’entrata davvero importante visto che parliamo di circa 600 milioni di euro incassati dalle varie amministrazioni solo nel 2018.
L’importo della tassa non è uniforme ma ogni Comune ha la facoltà di stabilire la propria tariffa, rispettando però l’importo massimo di 5 euro per notte.
Con l’eccezione del Comune di Roma dove si può arrivare anche a 7 euro per notte.
Da oggi, per effetto del Decreto Crescita, tutti i Comuni potranno istituire o modificare tale importo a loro discrezione.
L’eventuale variazione della tariffa potrebbe causare problemi ai gestori che hanno già ricevuto prenotazioni per le prossime settimane o mesi.
E questo in quanto, se la somma dovesse aumentare, le Agenzie si troverebbero nella spiacevole situazione di applicare ai clienti costi aggiuntivi rispetto a quelli comunicati in precedenza.
Visto che, è bene ricordarlo, la tassa di soggiorno rimane sempre a carico del cliente.
Quindi, onde evitare qualsiasi disguido, un consiglio per chi opera nel settore degli affitti brevi, è di interpellare il Comune dove si trovano le strutture in gestione, per capire se sono previsti aumenti.
Il controllo dei Comuni sulle presenze dei turisti
Un altro aspetto importante del Decreto riguarda l’attività di controllo che le amministrazioni comunali potranno esercitare sulle presenze dei turisti nelle case vacanza.
Infatti, per accertarsi che il versamento della tassa di soggiorno sia effettuato in modo corretto, i Comuni verificheranno il numero degli ospiti nelle strutture, utilizzando le informazioni comunicate dai locatori alla Questura di competenza.
In poche parole significa che le schedine alloggiati, trasmesse attualmente al portale della Polizia di Stato, da oggi saranno soggette ad una doppia ispezione.
Da parte della Questura per quanto riguarda la pubblica sicurezza e da parte dei Comuni per quanto riguarda invece la parte amministrativa e fiscale.
Quindi, per chi gestisce diversi immobili e di conseguenza trasmette un flusso significativo di dati, diventa ancor più importante registrare gli ospiti in maniera corretta, senza commettere errori.
Dal momento che, eventuali mancanze, potrebbero essere rilevate e sanzionate da ben due organi di controllo.
Ma da oggi puoi risolvere facilmente ogni problema e dormire sonni tranquilli grazie alla nuova applicazione mobile Wiisy.
L’innovativo software, dedicato ai professionisti dell’accoglienza, che ti permette con un semplice smartphone o tablet, di:
- Acquisire i dati direttamente dai documenti degli ospiti, azzerando la possibilità di commettere errori grazie al sistema automatico di lettura del codice MRZ contenuto nelle carte di identità o passaporti elettronici.
- Fotografare il documento, se cartaceo, e scansionarlo comodamente in ufficio, estrapolando i dati in formato digitale dalla foto e compilando la schedina alloggiati con un semplice copia-incolla del mouse (eliminando così ogni possibile errore di trascrizione).
Inoltre Wiisy velocizza tutto il processo di invio dati alla Questura e ti evita la lunga procedura di collegamento al Portale Alloggiati.
Con Wiisy ti sentirai al sicuro perché saprai che non potrai commettere errori, risparmierai tempo prezioso e sarai sempre perfettamente in regola con la normativa, anche per quanto riguarda la GDPR e la conservazione dei dati
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