Negli ultimi mesi c’è stata molta confusione riguardo al Bonus Ristrutturazioni e all’Ecobonus 110%. Misure che permettono di effettuare tutta una serie di lavori in appartamenti e condomini, recuperando dal 50 al 65% della spesa, oppure addirittura a costo zero. Partiamo con una buona notizia: il bonus ristrutturazioni 2020 è stato confermato anche per il 2021.
Il bonus ristrutturazioni 2020 è stato confermato anche per il 2021
Il Decreto Rilancio 2020 è diventato legge lo scorso luglio. A dicembre 2021 ì stata approvata una nuova Legge di Bilancio che per tutta una serie di provvedimenti non ha fatto altro che confermare quanto già previsto. Comprese le misure per le ristrutturazioni edilizie. Nel frattempo sono state divulgate alcune linee guida e circolari del MEF (Ministero dell’Economia e della Finanza) che ci consentono di fare il punto della situazione. Per capire come e quanto possiamo risparmiare ristrutturando seconde e terze case. L’obiettivo è quello di metterle a reddito, un domani, grazie alla formula dell’affitto breve o del B&B.
Se vogliamo ristrutturare la nostra abitazione principale e una seconda casa possiamo farlo, beneficiando per entrambe dei bonus. Queste detrazioni, infatti, possono essere richieste per lavori effettuati su un massimo di due unità immobiliari, indipendentemente dalla nostra residenza.
Possiamo beneficiare del bonus ristrutturazioni per lavori straordinari di ristrutturazione su due edifici
Come funziona il bonus ristrutturazioni 50%
Il bonus ristrutturazioni prevede un rimborso Irpef pari al 50% per un ampio numero di lavori. Alcuni cambiamenti e migliorie possono essere effettuati, in realtà, senza spendere nulla, a patto di avere diritto all’Ecobonus 110%, chiamato anche Superbonus. Si tratta di un’agevolazione che spetta a chi effettua opere di efficientamento energetico su una o due abitazioni.
Tornando al bonus ristrutturazioni, le novità previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio per il 2020 rendono più facili ed economicamente accessibili le ristrutturazioni edilizie, per tutti. Compresi coloro che non hanno intenzione o possibilità di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. Cosa che rimane invariata nel 2021.
Il Bonus Ristrutturazioni 2020, valido per le spese sostenute fino al 25 giugno 2021, permette di portare in detrazione fiscale il 50% delle spese sostenute entro un limite massimo di 96.000 euro, suddividendo gli importi in 5 anni. In alternativa possiamo cedere il credito a terzi. Questa è sicuramente la novità più interessante. Se ristrutturiamo due abitazioni, il limite detraibile è pari a 192.000 euro. Esattamente le stesse regole valgono per le spese sostenute dal 26 giugno 2021 al 31 dicembre del nuovo anno.
Possiamo portare in detrazione fiscale il 50% delle spese sostenute entro un massimo di 96.000 euro per edificio
Le novità del Bonus ristrutturazioni per il 2021
Oltre a mantenere le novità introdotte dal Decreto Rilancio del luglio 2020, il Bonus ristrutturazioni per il 2021 introduce la possibilità di chiedere la detrazione del 50% su interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione. Oltre che per la sostituzione di sanitari, rubinetti e sistemi di filtraggio dell’acqua potabile.
Cos’è la cessione del credito
A partire dal 2020 abbiamo la possibilità di cedere il credito che deriva dal bonus ristrutturazioni a un istituto bancario, oppure a un altro intermediario finanziario abilitato. In cambio riceviamo liquidità immediata.
Con cessione del credito si intende un accordo tra le parti, ovvero un contratto, con cui il creditore trasferisce a un altro soggetto il suo vantaggio, come previsto dall’art. 1260 del codice civile.
Optando per la cessione perdiamo qualsiasi diritto al beneficio fiscale sulla dichiarazione dei redditi. Quindi non potremo scalare parte delle spese a compensazione delle imposte da pagare nei cinque anni successivi. Però avremo un vantaggio in tempi brevi e senza diluizione nel tempo.
L’iter burocratico per la cessione del credito è macchinoso tanto quanto quello per chiedere la detrazione Irpef. Dovremo presentare molti documenti, ma ne vale la pena.
Cedendo il credito avremo in cambio liquidità immediata
Le alternative per beneficiare del bonus ristrutturazioni
Anziché cedere il credito alle banche, possiamo offrirlo a coloro che realizzeranno i lavori. Cedendo all’impresa di ristrutturazione il beneficio fiscale otterremo uno sconto diretto in fattura. Anche in questo caso monetizziamo subito il credito fiscale per l’ammontare completo, al netto dei costi dell’operazione, che variano a seconda del soggetto a cui ci rivolgiamo.
C’è un’ultima opzione: se serve possiamo “barattare” il credito in cambio di un finanziamento ponte, da concordare con una banca o con un istituto finanziario. Finanziamento da estinguere del tutto o in parte tramite cessione del credito d’imposta alla banca.
La cessione del credito all’impresa edile ci dà diritto a uno sconto diretto in fattura
Quali sono i lavori ammessi
Possiamo beneficiare della detrazione fiscale del 50% per le spese di manutenzione straordinaria negli edifici singoli, compresi lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. In questa definizione di edifici singoli rientrano tutte le categorie catastali, anche rurali, pertinenze comprese. Il bonus si estende alla manutenzione ordinaria solo per le parti comuni degli edifici condominiali.
Tutte le categorie catastali possono essere soggette a lavori che rientrano nel bonus ristrutturazioni
Ricordiamoci che per gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico c’è un bonus dedicato: il Sisma Bonus (valido fino al 31 dicembre 2021). Mentre per i soli lavori sulle facciate esterne, tra cui pulitura e tinteggiatura, possiamo richiedere il Bonus Facciate, introdotto nel 2020.
L’obbligo della pratica ENEA
I lavori di ristrutturazione che comportano anche un risparmio energetico ci obbligano a inviare la comunicazione ENEA. Se ci dimentichiamo di farlo perdiamo il beneficio.
Attenzione: gli interventi di riqualificazione energetica che rientrano nel bonus ordinario dedicato alle ristrutturazioni, come quelli di sostituzione degli impianti di riscaldamento o delle finestre (infissi compresi), possono essere “trainati” da altre opere di ristrutturazione.
Cioè? Passano dall’agevolazione al 50% a quella al 110%, purché permettano di migliorare la classe energetica dell’edificio di almeno due livelli. Capire quali e come non è facile, è necessario rivolgersi a un professionista del settore.
Un lavoro di riqualificazione che migliora la classe energetica dell’edificio di due livelli potrebbe passare dalla detrazione al 50% a quella al 110%
Lavori sì e lavori no
Facciamo alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus ristrutturazioni al 50%:
- miglioramento o realizzazione di servizi igienici
- installazione di ascensori e scale di sicurezza
- rifacimento di scale e rampe o costruzione di scale interne
- sostituzione di infissi esterni, serramenti o persiane
- recinzione di aree private
Il bonus spetta anche per la sostituzione di porte interne quando la spesa rientra in un intervento più complesso di manutenzione straordinaria.
La circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 57 del 1998 specifica che la spesa sostenuta per interventi singolarmente non agevolabili (di manutenzione ordinaria) può essere sommata al totale degli oneri detraibili (per cui abbiamo diritto al bonus) qualora integrata o correlata ad interventi che rientrano nella detrazione d’imposta.
A chi spetta il bonus ristrutturazioni
Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto da tutti i contribuenti che pagano le imposte sui redditi, sia residenti in Italia sia residenti all’estero. Può essere richiesto non solo dal proprietario dell’abitazione oggetto di lavori ma anche da altri soggetti, purché sostengano la spesa. Ecco un elenco:
- proprietari o nudi proprietari
- titolari di un diritto usufrutto, uso, abitazione o superficie
- locatari o comodatari
- soci di cooperative divise e indivise
- società, imprenditori individuali e imprese familiari, per gli immobili che non rientrano tra i beni strumentali o nell’inventario delle proprietà dell’azienda
Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita regolarmente registrato chi ha comprato l’immobile può usufruire del bonus.
Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto da tutti i contribuenti che pagano le imposte sui redditi
Come pagare i lavori di ristrutturazione
I pagamenti devono essere tutti tracciabili. Usiamo un bonifico bancario o postale parlante, inserendo questa causale:
bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986
Non ci dimentichiamo, infine, di indicare il nostro codice fiscale come beneficiari della detrazione e il codice fiscale o la Partita Iva del beneficiario del pagamento.
Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento: sarà la società finanziaria a eseguire il bonifico nei termini di legge.
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