Isole Covid free cosa sono e perché sono interessanti

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Isole Covid free: nel momento in cui scriviamo ministri, assessori e presidenti di regione stanno dicendo la propria sulla possibilità di istituirle nel nostro Paese. Di cosa si tratta? Sono aree che risultano libere dai contagi del nuovo coronavirus, dove si può fare i turisti vivendo la vacanza in tranquillità (o quasi) e con meno restrizioni da rispettare. Si tratta di una soluzione che molti Paesi del Mediterraneo e non solo stanno cercando di adottare. Partendo proprio dalle isole, che in virtù della loro condizione geografica sono più facili da controllare dal punto di vista epidemiologico. La voglia di viaggiare in libertà è talmente alta che le isole Covid free stanno facendo tendenza così come i travel pod o le vacanze di prossimità.

Le aree covid-free sono zone chiuse dove si è raggiunta l’immunità di gregge o i contagi sono molto inferiori alla soglia di rischio

Cosa stanno facendo gli altri Paesi

La Grecia si è organizzata proprio in questa direzione per prepararsi all’estate 2021. L’intera popolazione di alcune isole greche minori, come Kastellorizo, Marathi, Megani e Kalamos è già vaccinata e nuove isole saranno presto Covid free. Il ministro del Turismo Haris Theoharis ha fissato per il 14 maggio l’apertura ufficiale delle frontiere. Varrà per chiunque sia vaccinato contro la Covid-19 o dimostri di essere negativo al nuovo coronavirus. Le Baleari insieme ad altre destinazioni spagnole tra cui le Canarie, invece, registrano da tempo un basso numero di contagi. Recentemente sono state depennate dalla lista delle località “rischiose” da parte di alcuni Paesi UE, come la Germania. Si parla, in questo caso, di meno di 20 contagiati ogni 100 mila abitanti.

Ecco perché, nelle scorse settimane, c’è stato un boom di prenotazioni da parte di tedeschi e olandesi verso molte mete spagnole. La Spagna, inoltre, sta procedendo in modo piuttosto spedito con la campagna vaccinale, registrando circa 450 mila nuove dosi iniettate ogni giorno. L’idea dei Paesi che stanno cercando attivamente di salvaguardare la stagione turistica alle porte è semplice. Sponsorizzare isole e aree covid free dove la maggioranza della popolazione sia stata vaccinata o i contagi siano sotto il livello di allerta. Non solo: i viaggiatori potranno contare su corridoi di arrivo a destinazione anch’essi covid free. Come? Ad esempio grazie all’organizzazione di voli e navi nei quali i passeggeri siano in possesso del certificato verde vaccinale o di un tampone molecolare negativo.

Ai viaggiatori da e verso le isole Covid free verranno garantiti corridoi di spostamento anch’essi liberi dal covid

L’importanza del certificato verde vaccinale

Di fatto a tutti i turisti che vogliono soggiornare in un’area Covid free viene richiesto il passaporto vaccinale. Oppure un tampone molecolare eseguito un massimo di 72 ore prima dello sbarco. Sia la Grecia sia la Spagna hanno già diramato chiare direttive per gli stranieri in ingresso nel Paese. Così da consentire di organizzarsi per tempo. Fornire ai turisti direttive precise per l’ingresso nel Paese è una delle prerogative per riavviare la macchina turistica.

Fornire ai turisti direttive chiare per l’ingresso nel Paese è una delle prerogative per riavviare la macchina turistica

Tra le zone considerate sicure rispetto al Covid in area Schengen ci sono poi il Portogallo e l’Islanda. Mentre fuori UE, secondo i dati attuali, i contagi sono sufficientemente bassi in Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, Tailandia, Singapore e Corea del Sud. Non tutte le frontiere però sono aperte per i turisti europei. In molti Paesi i viaggi per motivi diversi da quelli legati a lavoro e salute sono ancora oggi proibiti o fortemente sconsigliati.

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Cosa succede in Italia

Inizialmente, le cariche pubbliche governative e regionali hanno apprezzato l’idea di istituire anche in Italia delle isole Covid free, a partire da Ischia e altre piccole isole partenopee e sicule. La campagna vaccinale di massa dedicata agli abitanti delle isole minori, però, è stata bloccata. Nonostante l’impegno dei presidenti di regione su richiesta dei sindaci. L’ipotesi di creare aree Covid free nel nostro Paese per rilanciare almeno localmente il turismo è al centro di un acceso dibattito.

Secondo l’assessore regionale al turismo per l’Emilia Romagna Andrea Corsini si tratta di una scelta poco opportuna. «È il Paese intero che deve raggiungere al più presto una situazione di immunizzazione generale ed essere Covid free– ha sottolineato. Per consentire al turismo, uno dei comparti più penalizzati dagli effetti della pandemia, di ripartire e ricominciare. Per questo trovo sbagliata l’ipotesi isole Covid free. Così si favoriscono alcune destinazioni a discapito del resto del Paese». Di tutt’altro avviso il presidente di Federalberghi Isole Minori Christian Del Bono: «Siamo preoccupati per lo stop alle vaccinazioni di massa deciso per le isole partenopee perché oltre a mettere a repentaglio la salute pubblica di aree particolarmente vulnerabili rischia di far perdere una grande occasione di rilancio turistico». In effetti le isole, se da una parte possono essere rese facilmente Covid free, dall’altra possono molto in fretta precipitare in una situazione pericolosa dal punto di vista dei contagi.

L’ago della bilancia

La posizione di Del Bono sembra quella maggiormente condivisa dai sindacati del settore turistico. È ovvio che, in una situazione ideale, sarebbe molto meglio poter iniziare la stagione turistica con la certezza di aver raggiunto o almeno essere vicini all’immunità di gregge su scala nazionale. Ma il tempo stringe, ad oggi siamo molto lontani dall’obiettivo delle 500 mila dosi giornaliere. Dal 16 al 22 aprile dovremmo raggiungere la soglia delle 315 mila. Quasi ogni giorno, purtroppo, emergono nuove difficoltà tecniche che rallentano la campagna vaccinale. Le informazioni su cosa accadrà nelle prossime settimane e su quali categorie della popolazione verranno vaccinate per prime continuano a cambiare.

Soluzioni alternative

Esistono altre soluzioni che l’Italia potrebbe sfruttare al posto delle isole Covid free? C’è chi auspica l’istituzione del pass day, un lasciapassare valido 24 ore per andare a mangiare nei ristoranti privi di spazi all’aperto o per visitare musei, cinema e teatri. Il pass potrebbe essere l’equivalente del certificato verde vaccinale ma dovrebbe avere una validità ridotta. Questo per evitare che persone con tampone molecolare negativo rischino di ammalarsi e infettarne altre poco dopo l’esito dell’esame.

L’Olanda da questo punto di vista è all’avanguardia. Sta già sperimentando diverse soluzioni con l’obiettivo di tornare, se pure con molte cautele, alla normalità. Per fare un esempio, in occasione di alcune partite di calcio il governo olandese ha concesso l’ingresso di migliaia di persone negli stadi. Mantenendosi ben al di sotto la capienza massima di ogni struttura. E solo dopo aver sottoposto i tifosi a test antigenico rapido.

Nel frattempo, alcune regioni tra cui a l’Emilia Romagna lavorano a un accordo con le Associazioni degli albergatori per definire un protocollo che preveda di vaccinare i turisti all’arrivo in hotel. Si tratta però di un’ipotesi poco fattibile e non solo per la mancanza di dosi. L’efficacia del vaccino, infatti, inizia ad avere effetti concreti solo dopo alcune settimane dall’iniezione. Più sensato invece che si possano fare tamponi rapidi a chi arriva in struttura.

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